
2020. L’anno giusto per essere organizzate.
E’ il 22 di Gennaio 2020. Ora che il clamore e il travolgente e contagioso entusiasmo legati (giustamente!) all’inizio del nuovo anno sono un po’ più lontani, ora che se semo levati di mezzo anche il Blue Monday che potrebbe anche averci fatto rivedere tutti i nostri piani e buoni propositi, ora che la fregola e l’ansia della scelta dell’agenda perfetta sono state archiviate (o forse no!), ecco, adesso possiamo cominciare a parlare di organizzazione con uno sguardo un po’ più distaccato e obiettivo. E poi Gennaio rimane pur sempre il #getorganizedmonth.
Organizzazione dicevamo, che a quanto pare riveste un ruolo ancora più importante in questo 2020 poichè la carta di quest’anno è proprio L’Imperatore = 2+0+2+0 = 4 che nell’associazione numerologica corrisponde, guarda caso, alla razionalità, alla stabilità e alla logica, tutte caratteristiche proprie dell’Imperatore. Se come me, dall’inizio dell’anno, sentite questa esigenza di schematizzare e pianificare, beh, è colpa del 2020.
L’epifania finale mi è giunta quando mi sono resa conto che proprio la carta dell’Imperatore era stata la mia carta personale nel 2018, anno che seppur con tutte le sue difficoltà ma anche circostanze giuste al momento giusto, mi ha vista più concentrata e a fuoco, sicuramente più di questo 2019 appena passato (inserire sospiro di sollievo *qui*).
Così ho deciso che non poteva essere una coincidenza e che dovevo dargli ascolto, seguendo la falsariga del 2018 ma allo stesso tempo applicando modifiche e novità e utilizzando nuovi metodi e strumenti sulla base delle esperienze e esigenze accumulati nel corso di questi due anni.
Parte tutto sempre ad Agosto. Qua niente di nuovo: un cerchio grande quanto tutto un foglio A4 diviso in dodici spicchi corrispondenti ai mesi dell’anno e per ogni spicchio una serie di obiettivi, eventi e azioni.
Lascio sedimentare e riprendo tutto in mano a Gennaio dell’anno successivo (ovvero adesso) e decido la strategia: su che cosa voglio lavorare quest’anno? Cosa ha funzionato e cosa no? Obiettivi concreti e S.M.A.R.T. ne abbiamo? E così comincio a lavorare nel dettaglio, modifico, aggiungo o elimino tutto quello che avevo buttato giù ad Agosto. Il tutto a gruppi di tre mesi. Significa che a Gennaio programmo fino a Marzo, ad Aprile fino a Giugno e così via.
Questo è il primo compromesso, la conditio sine qua non, il termine che mi sono imposta per far fronte alle esigenze di rimanere sul pezzo, concentrata e organizzata e quelle che ogni tanto mi portano inevitabilmente a sfarfallare e che a volte è proprio una necessità fisiologica per il mio modo di essere e vivere la vita. Organizzarsi e pianificare va bene, snaturarsi e farsi violenza no, grazie.
Posso anche avere la famosa visione a cinque/dieci anni del mio progetto ma pianificare nel dettaglio dodici mesi in un colpo solo per me equivale alla morte di tutta la mia vitalità e non farebbe altro che contribuire a farmi sentire a disagio qualora dovessero succedere contrattempi. E succedono. Sempre. Tre mesi sono la giusta via di mezzo per rattoppare e correggere il tiro in caso di imprevisti senza annaspare e farsi venire i sudori freddi. Sì, ok, un pochino.
A questo punto entrano in campo tutti gli strumenti utili per compiere queste azioni. E se vogliamo inizia anche la parte più divertente perchè dal piano mentale ci spostiamo sul piano pratico e passiamo all’azione.
L’idea qua è di una progettazione “a cascata”, per cui si parte dal macro e via via si entra sempre più nel micro e nel dettaglio.
Parto dalla stampa del calendario e quest’anno ho trovato questi free printables che poi di solito attacco alla bacheca in studio a portata di vista costante, sempre a gruppi di tre mesi.
Poi è il turno dell’agenda e per quest’anno ho scelto Life Planner. Devo dire che questa volta la scelta è stata facile e ho avuto pochi dubbi perchè per le mie esigenze è davvero perfetta. Io ho scelto la versione 12 mesi grande nel colore Vintage Brown. Life Planner è sì un’agenda a vista settimanale e un planner che ti permette di pianificare a livello mensile e settimanale, ma è anche un life diary pensato per lavorare anche sulle intenzioni e sulle passioni perchè possiede degli inserti interessantissimi come la Mappa degli Obiettivi a livello annuale ma che poi ritroviamo anche settimanalmente, la Wheel of Life che ogni mese permette di monitorare le sfere di influenza della vita e tenere traccia dell’andamento delle emozioni, riflessioni di fine mese, specchietti in cui annottare il focus della settimana, to-do list, cose positive e negative della settimana e citazioni motivational che non fanno mai male.
Non paga, quest’anno ho aggiunto anche un’agenda giornaliera per tutte le to-do lists. Sull’agenda settimanale infatti, per non sovraffollarla di rob con il rischio poi di andare in confusione perchè mi si incrociano gli occhi, tendo a riportare solo i compiti singoli di quella giornata che poi sviscero nelle varie azioni sull’agenda giornaliera.
Qui niente di fancy, ma la classica e sempre affidabile Moleskine 12 mesi, copertina nera e morbida.
Come avrete notato, sono tutti strumenti analogici perchè alla smania di carta e penna non so proprio rinunciare e soprattutto da scrivania, troppo grandi e ingombrati da portarsi in borsa. Per questo ho fatto fronte all’eventuale problema attraverso altri due strumenti utili per quando sono fuori casa:
– il sempreverde taccuino per appuntarsi le cose al volo.
Ce ne sono praticamente infiniti tra i quali scegliere. A me è caduto l’occhio su questo a righe della Legami semplicemente perchè super cute e a tema gattaro;
– l’applicazione gratuita per mobile e web Edo Agenda che è praticamente un mix tra un bullet journal, un planner, un’agenda, un memo e Google Calendar, tutto in unico posto.
Lo uso dal 2018 e per 1.99 euro al mese sono passata subito alla versione Premium che mi permette qualche funzionalità in più.
C’è spazio anche per le idee e le parole che arrivano quando meno te lo aspetti e che hanno bisogno di un posto a loro dedicato, senza righe, senza orari, senza schemi ma bellissimi fogli bianchi da pasticciare all’occorenza quando l’estro e l’ispirazione colpiscono. Per loro utilizzo un fantastico quaderno realizzato da Lucia di Babeltag che vorrei fosse infinito perchè è così bello che secondo me le idee arrivano apposta giusto per finire custodite tra quelle pagine ruvide e grezze e quella copertina serigrafata con inchiostro dorato.
Fanno parte della mia organizzazione e pianificazione anche tutta una serie di attività, strumenti e materiali che poco hanno a che vedere con le modalità strutturate e pratiche di cui abbiamo parlato ma che sono legate invece alla sfera spirituale, del benessere e della crescita personale. Non rinuncio per esempio alla Ruota dell’Anno ma siccome l’argomento è succoso, lo rimandiamo al prossimo blogpost.
E anche per questo 2020, l’organizzazione è servita. Qui però è dove faccio un passo indietro e dichiaro che alle volte l’organizzazione in termini di produttività è il male del mondo. C’è questa cosa per cui la società ci chiama ad essere costantemente produttivi, sempre, tutti i santi giorni così che il nostro valore in quanto persone finisce per essere strettamente connesso a quanto abbiamo prodotto, arrecando però estrema insoddisfazione, infelicità e ansia da prestazione.
Il mio stile di vita, il mio lavoro non sono mai organizzati e produttivi al 100% perchè semplicemente life happens e perchè, come diceva il buon John: ” La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti “. Ad oggi però, dopo aver inanellato una serie di errori e esperienze, sono quanto più convinta che se si vuole raggiungere un obiettivo, è necessario tenere traccia di ciò che si fa, come lo si fa e quando lo si fa.
L’organizzazione è qualcosa di estremamente personale, qualcosa di fluido e flessibile che varia a seconda delle persone e delle loro necessità. L’organizzazione perfetta non esiste, si arriva a quella più vicina ai nostri bisogni per tentativi e incrociando metodi e strumenti, propri e altrui. Ed è qui che si inserisce questo blogpost, in uno scambio.
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