
Imbolc e la mia nuova parola dell’anno 2019
Ci eravamo letti il 21 Dicembre durante Yule, il Solstizio d’Inverno e oggi 1° Febbraio ci ritroviamo per festeggiare Imbolc, un altro degli otto Sabbats, le festività solari che fanno parte della Ruota dell’Anno.
Imbolc è il primo cosiddetto “cross-quarter day“, ovvero una celebrazione che cade a metà tra un Solstizio e un Equinozio: l’inverno è già oltre la metà e la primavera si avvicina.
Imbolc nasce come festività agricola e rurale vera e propria e proprio per questo motivo, tra gli studiosi di folklore pagano, esiste un dibattito riguardo il reale significato di questa festività. Alcuni infatti credono non si trattasse di un solo giorno di celebrazioni ma di una stagione di purificazione che poteva durare anche più di una settimana.
La fine di Gennaio e l’inizio di Febbraio nei tempi antichi era considerato un periodo di pulizie e attese.
Le greggi tornavano a produrre nuovamente latte e nei campi cominciavano a spuntare i primi germogli. E poichè la vita dei popoli antichi si basava essenzialmente su queste cose, è facile credere che accogliessero questo periodo, questi nuovi segnali di vita, con grande apprezzamento.
E’ pur vero che spesso a Febbraio, la promessa di una primavera imminente viene spesso infranta ma trovo che l’importanza di Imbolc oggi sia quella di comprenderne il senso all’interno del ciclo della Natura e delle Stagioni.
Imbolc è un piccolo fermento, una piccola agitazione poco prima del grande e rigoglioso risveglio della Natura.
Imbolc si festeggia sotto la guida di Bridget (o Brigid), dea del focolare e della forgia, protettrice dei creativi, dei poeti e dei cantastorie, di coloro che vivono guidati dalla scintilla dell’ispirazione.
Bridget stessa è la scintilla divina. Entra nelle nostre vite accompagnata dalla luce di una candela, una fiammella tremolante, appena accennata, come metafora di ciò che avviene in Natura.
La Primavera infatti non si manifesta dalla sera alla mattina e i suoi primi segnali non sono così eclatanti, evidenti o spavaldi. Sono piuttosto i primi e delicati fili d’erba che spuntano da sotto i tappetti di foglie morte; sono i semi che ancora sottoterra cominciano a rompere bulbi che li avvolgono non appena il sole tiepido comincia a scaldare il terreno; è la linfa che comincia a scorrere nuovamente negli alberi; sono i boccioli dei fiori che delicatamente cominciano a germogliare.
Avete mai visto quei documentari sulla crescita dei semi o lo sbocciare dei fiori in timelapse? Ecco, così.
Bridget ci invita a prepararci all’arrivo della nuova stagione attraverso la pulizia e la purificazione di noi stessi e di ciò che ci circonda (le cosiddette “pulizie di primavera” secondo me le ha inventate lei).
E’ un momento favorevole per iniziare tutte quelle attività sulle quali abbiamo fatto fatica a concentrarci durante i mesi invernali.
Mi è sembrato questo il momento adatto per manifestare la mia nuova parola dell’anno.
L’anno scorso in questo articolo vi ho raccontato gli esercizi che mi hanno aiutato a trovarla. Quest’anno invece mi sono esclusivamente basata sulle sensazioni che vorrei vivere e provare ogni volta che penso alla mia nuova parola.
Per tutto il mese di Dicembre scorso ho pensato a quanto sia importante per me trovare il giusto tempo per coltivare interessi, passioni, affetti per non stancarmi mai, per tenere sempre accesa la curiosità che mi stimola e mette in moto la mia creatività, per crescere come persona e all’interno del mio progetto lavorativo. Sono dei Gemelli e per quanto per me sia tutto un’avventura entusiasmante, mi spengo altrettanto facilmente se quello stesso entusiasmo non viene costantemente stimolato.
“You have to nourish to flourish“.
Alla continua rincorsa delle cose che voglio realizzare nella mia vita, rischio di ignorare me stessa e perdere il contatto. C’è bisogno del giusto nutrimento senza il quale la crescita perde sapore, consistenza e significato.
Voglio essere quel semino di Imbolc che cresce sottoterra, si apre, mette radici e germoglia lentamente, quasi impercettibilmente agli occhi dei frettolosi e degli impazienti ma costantemente.
Voglio essere più cosciente delle mie scelte.
Voglio trovare il tempo di rallentare, riflettere, aggiornarmi, studiare, provare, sbagliare.
Voglio essere presente ma senza ansia.
Voglio continuare a lavorare sodo e raggiungere obiettivi e risultati ma senza affanno.
Troppa acqua e il terreno si inzuppa, troppo poca e il terreno si inaridisce. Il nutrimento è questione di bilanciamento e equilibrio.
E i primi germogli ho cominciato a notarli e a metterli in pratica:
– ho rallentato la mia presenza online ai soli momenti in cui ho da mostrare o dire qualcosa.
Lo #slowmade per me non è solo un hashtag ma un modo attraverso il quale voglio vivere e comunicare il mio lavoro. La ceratura e la stampa a mano sono tecniche che esistono da tempo e persistono nel tempo perchè non sono mai state una moda e non l’hanno mai rincorsa;
– ho avviato la newsletter che mi permette di parlare con voi, di coltivare la nostra conoscenza secondo i nostri tempi, fuori dagli schemi e i tempi dei social. E’ una cosa che al momento mi sta dando tanta felicità, gratitudine e motivazione;
– ho fatto un piccolo upgrade. Ho “nutrito” il mio progetto lavorativo acquistando una nuova macchina da cucire industriale. E’ come se gli avessi cambiato vaso scegliendone uno un po’ più grande così da avere più spazio e permettergli di solidificare ulteriormente le basi per poter crescere sempre in maniera rigogliosa.
E insomma, a voi la mia parola dell’anno: NURTURE, accompagnata da CULTIVATE, GROWTH e BALANCE. In un certo senso sono tutte parole collegate tra di loro, una conseguenza dell’altra e un po’ legate alla Natura, perchè quest’anno io voglio sentirmi un bellissimo semino pronto a mettere nuove radici e a crescere.

