
Archetipi? Sì, grazie!
Verso la fine di dicembre dello scorso anno, mentre risistemavo gli appunti e gli esercizi di Tutto fa Branding di Gioia Gottini, ho ripescato un argomento interessante che ho pensato valesse la pena approfondire.
Sono sempre stata affascinata dalla psicanalisi e dal subconscio e il tema degli archetipi mi ha conquistato.
COSA SONO GLI ARCHETIPI?
Lo psicologo Jung è stato tra i primi a formularne il concetto.
In maniera sommaria posso dirvi che gli archetipi primari sono degli schemi, delle idee innate, forme e immagini mentali che fanno parte dell’inconscio umano e che si trasmettono in maniera ereditaria di generazione in generazione.
Riuscire ad entrare in contatto con le manifestazioni del proprio archetipo primario, ci permette di capire più a fondo noi stessi e il senso di ciò che siamo realmente sotto la scorza esteriore.
Fatta questa doverosa premessa, la domanda sorge spontanea: ma cosa c’entrano gli archetipi con il branding?
C’entrano perchè se decliniamo il concetto di archetipo al nostro small business ne esce fuori una miscela esplosiva.
Dopo una piccola ricerca e seguendo i link offerti dal libro di Gioia, ho scoperto che all’estero l’archetypal branding va alla grande e le persone che se ne occupano sono davvero numerose. Io ho deciso di affidarmi a Cerries Mooney. Mi piace molto il modo in cui tratta l’argomento, guidandoti nelle spiegazioni con un tono coinvolgente ma rassicurante, utilizzando esempi semplici, concreti e alla portata di tutti. Come la metafora tratta dal film Labyrinth (già solo questa citazione per me merita l’iscrizione alla sua newsletter ma nel caso decideste di seguirla, non vi voglio spoilerare questa bellissima metafora…).
Insomma, secondo Cerries, declinare gli archetipi in chiave business può essere una valida alternativa per portare avanti la nostra piccola impresa in maniera più profonda e intenzionale, in un modo che, sia anima che strategia, possano trarne soddisfazione.
Decidere di impostare la propria strategia di marketing sulla base del proprio archetipo primario, significa smetterla di stare al passo con delle mode che non ci rappresentano e correre dietro ad un modello di business che non ci appartiene perchè noi stessi diventiamo le fondamenta del nostro stesso business.
Individuare l’archetipo primario è il primo passo per creare un brand con autenticità, chiarezza e coraggio.
COME SCOPRIRE IL NOSTRO ARCHETIPO PRIMARIO?
Gli archetipi sono convenzionalmente 12 e Cerries mette a disposizione un test gratuito per scoprirli. A seguito del risultato, riceverete un’email che vi darà accesso ad una guida in pdf in cui troverete riassunti tutti i caratteri salienti del vostro archetipo: come si manifesta, i vostri punti di forza e i vostri punti deboli, suggerimenti su come incorporare l’archetipo nel vostro brand, consigli su come comunicare e connettersi con il proprio pubblico utilizzando l’archetipo come strumento guida nelle relazioni.
Io l’ho fatto e il risultato devo dirvi che non mi ha stupito, anzi, ha fatto sì che trovassi un po’ di conferme.
Sono una Revolutionary.
Ora, non è che vada in giro ad assaltare i palazzi delle istituzioni o a compiere colpi di stato ma nelle parole chiave mi ci ritrovo molto: rebel, challenger, catalyst. Non ho mai avuto paura di dire la mia, di cogliere l’occasione, se necessario, per smuovere le acque e creare un po’ di onde, né di prendere posizione ma ammetto che questo spesso mi ha causato problemi. Le volte in cui sul lavoro mi sono sentita dire: “Sei una persona carismatica ma questo carisma DEVE essere incanalato” sono infinite. Sul “deve” poi a me già si rizza il pelo e comincio a soffiare come Churchill in Pet Sematary.
La successiva scoperta del mio archetipo secondario mi ha finalmente chiarito tanti aspetti.
Aspetta, aspetta. Mi stai dicendo che esiste anche un archetipo secondario? Ebbene sì.
Cerries Mooney ha messo a punto un Archetypal Business Initiation Kit, una guida costituita da 5 lezioni in cui ci aiuta a far emergere il nostro archetipo secondario e a creare il nostro archetypal blend, ovvero una sorta di fusione tra archetipo primario e secondario in grado di aiutarci a solidificare ciò che siamo realmente e aiutarci a comunicarlo esternamente, nel nostro brand e nel nostro business.
Potete acquistare il kit secondo attraverso la formula pay as you can e io ho deciso di sfruttare l’occasione, visto che l’argomento mi affascina e mi sta aiutando a fare luce su molti aspetti.
Io sono alla prima lezione. Ho fatto il test per scoprire il mio archetipo secondario e scopro di essere una Jester, una buontempona, un’intrattenitrice, l’anima della festa.
E sapete cosa? Si amalgama perfettamente con il mio archetipo primario da ribelle, in un mix di trasgressione e grasse risate. Un esempio lampante? Il nome del mio brand: I sew so I don’t kill people.
Ed ecco qua un po’ di considerazioni personali.
Odio le etichette e le convenzioni ma ho capito che lo scopo degli archetipi non è quello di incastrarci in uno stereotipo ma di permetterci di utilizzare le loro manifestazioni come trampolino per scoprire un po’ di più di noi stessi.
Sono una scorciatoia verso l’autenticità. Bisogna dire però che la nostra originalità non si manifesta grazie agli archetipi. Ognuno di noi è già originale a suo modo ma gli archetipi sono l’elemento catalizzatore, lo stimolo attraverso il quale noi possiamo ottenere la conferma che lo siamo davvero.
“WHO LOOKS OUTSIDE, DREAMS;
WHO LOOKS INSIDE, AWAKES”
Carl Jung
E poi, per tutte quelle volte in cui mia mamma ancora oggi mi sgrida per essere troppo scurrile e utilizzare un po’ troppo spesso quella parola che inizia con la C, oggi ho una risposta. E’ colpa del mio archetipo primario che mi autorizza ad essere un po’ naughty.
E voi? Avevate mai sentito parlare degli archetipi? Avete fatto il test?
Se vi va, fatemi sapere i vostri risultati nei commenti, sono curiosissima!


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